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PAKISTAN

Sono appena atterrata in Pakistan. All'aeroporto sono praticamente l'unica donna, circondata da uomini eleganti in abiti chiari. Sono sola per la prima sera; il mio compagno di viaggio mi raggiungerà il giorno seguente. Data la fama del paese, non nascondo un certo disagio ad uscire da sola, ma non sono certo venuta fin qui per stare in albergo. Quindi accetto la proposta di uscire a cena con la guida. Lo spettacolo cancella tutti i dubbi e i timori: con una terrazza, il ristorante si affaccia sulla moschea di Lahore che illuminata di sera è uno spettacolo da mille e una notte. Il giorno dopo si parte, in tre. Parola d'ordine: "evitare i luoghi affollati". Con Carlo ridiamo ancora oggi a quel ricordo perchè la nostra prima tappa fu il valico di frontiera di Wagah sulla linea di confine tra India e Pakistan: ci ritrovammo, soli occidentali, immersi in una folla variopinta, spettatori del cambio della guardia che avviene tutti i giorni! Gente sorridente, simpatica, che ci stupì per la sua ospitalità: a noi il posto d'onore per goderci lo spettacolo! I presupposti erano buoni e si rivelò un bellissimo viaggio. Lahore è splendida non solo per la sua elegante moschea Badshahi, costruita nel 1673 dall'imperatore Mogul Aurangzeb, ma per i suoi giardini Shalimar, patrimonio dell'Unesco, Anderoon Shehr ovvero la città vecchia, la moschea Wazir Khan, i bagni reali (anch'essi patrimonio Unesco), l'Anarkali bazar, il museo nazionale e il forte moghul. L'insieme della città regala la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo, in una favola, se non fosse per il traffico cittadino! Questo non diminuisce certo a Islamabad, capitale del paese "inventata" dagli inglesi nel XX secolo. Qui, in città, non c'è' molto da vedere a parte il museo archeologico, molto interessante, il Monumento Pakistano (che ricorda un fiore con i suoi petali) e i giardini di rose per cui la città è famosa. A pochi chilometri però si trova uno dei siti archeologici più importanti, Taxila, una città buddhista fra le principali località della Gandhara, diventata capitale della regione nel VI secolo a.C. Non siamo quindi così dispiaciuti quando ci informano che dobbiamo lasciare Islamabad (e si vocifera che sia perchè sta arrivando la moglie di Bin Laden). Questo infatti ci permette un fuori programma che ci porta a Multan, per visitate il mausoleo del sufi Shah Rukn-e-Alam con chiare influenze persiane e poi ancora più a sud, nel deserto del Cholistan per ammirare, in un contesto completamente diverso e in assoluta solitudine, il Forte di Derawar, una grande fortezza quadrata con quaranta bastioni! Al bazar di Multan e lungo la strada che ci riconduce a Islamabad, si vedono le donne con i burka, qui colorati con tonalità pastello, forse per rendere meno tetra questa orribile usanza. Sosta d'obbligo alla miniera Khewra di sale rosa, la seconda più grande al mondo! Tornati a Islamabad scopriamo che vi è la fiera dell'artigianato: un ottimo luogo per vedere manufatti e popolazione (sempre con la parola d'ordine “distanti dalle folle”). Dalla capitale ripartiamo verso il K2, le grandi montagne e la famosa Karakorum higway, la strada asfaltata internazionale più alta del mondo che, superato il passo Khunjerab (a 4694 mt s.l.m.), collega il Pakistan alla Cina. Piccoli villaggi, abbigliamento e copricapi afghani fanno capire che siamo in un altro mondo. Il panorama è mozzafiato tra ghiacciai (che a differenza di tutti gli altri del mondo stanno aumentando la superficie), vette che superano gli 8000 e il fiume Indo che scorre a valle. È con questi paesaggi negli occhi che lasciamo questo affascinante paese, sperando che presto ritrovi i suoi equilibri e la sua pace e possa tornare ad essere nuovamente una meta del turismo.

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