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PERU'

Parliamo di Inca, Ande, lama, mais...avete indovinato? Sì, andiamo in Perù, un paese ricchissimo di archeologia, di mistero e di paesaggi più svariati. Quando si parla di questo paese le prime cose che vengono in mente sono due: il Machu Picchu e le linee di Nazca, ma non dimentichiamoci che vi sono tantissimi altri luoghi che rendono il viaggio unico ed affascinante. Allora beviamoci virtualmente un bel mate de coca che aiuta a mantenere bassa la pressione sanguigna, anche alle elevate altitudini che il viaggio impone e partiamo. Il Machu Pichu è un appuntamento immancabile con la storia: si presume che sia stato l'imperatore Inca Pachacútec a fondare la citta' nel 1440. Raggiungere il Machu Pichu non richiede particolari caratteristiche fisiche: è relativamente basso rispetto al resto del paese (2400 mt s.l.m.) e ci si arriva con un trenino e poi con un servizio di navetta. Il paesaggio è straordinario. Spesso il sito gioca a nascondino con la nebbia, che il sole dissipa grazie al suo calore. Il risultato è uno spettacolo nel quale una mano invisibile alza il sipario, mettendo in luce, in tutta la sua bellezza, il sito archeologico. Come sale la nebbia salgono anche i primi interrogativi: come era possibile il taglio millimetrico di enormi massi, incastrati così perfettamente tra loro, tanto da impedire ad un foglio di carta di penetrare nelle fessure? Come avranno fatto a portate fin qui tonnellate di roccia? Mentre la mente vaga si rientra a Cuzco, dove la musica andina, la religiosità della popolazione, i maglioni di alpaca e le frittelle di mais ti accompagnano nella visita. Si fa presto a dire mais, ma in Perù ve ne sono più di 300 tipi, tra cui il Mais Morado, quello nero, conosciuto già dagli Inca che lo utilizzavano anche per produrre una bevanda che accompagnava feste e cerimonie. Ma il Perù è anche terra di mistero: lo sapeva bene Maria Reiche che dedicò la vita alle linee di Nazca, arrivando a considerare l'intera pianura come un calendario, dove le figure tracciate sul terreno, che oggi si vanno a vedere sorvolando la zona con piccoli Piper a 4 posti, rappresentavano, secondo il suo parere, alcune costellazioni. Dal piccolo aereo si vedono bene alcuni degli 800 disegni che ricoprono la pianura: la lucertola, il colibrì, la scimmia, il pappagallo, il condor, il ragno, la balena... Alla sera ci si addormenta cercando di dare un senso a questa immensa opera umana e i pensieri, almeno i miei, correvano a Maria, con un pizzico di sana invidia per quella donna, impegnata nello studio di qualcosa che nessuno ha ancora capito cosa voglia rappresentare, come sia stato fatto e perchè. Ma il territorio del Perù è vastissimo e dobbiamo accelerare se vogliamo andare a visitare le dune di sabbia del deserto di Huacachina (tanto per riprovare le sensazioni del Sahara) o le isole Ballestas, dove invece è la fauna marina a dare spettacolo. Totalmente differenti invece sono le isole Uros, le isole galleggianti del lago Titicaca, che gli abitanti, gli Uros appunto, hanno costruito artificialmente con la Totora, una pianta che cresce spontaneamente lungo le coste del lago. Siamo vicini a Puno che sorge sulle sponde del lago navigabile più alto al mondo: 3800 mt. Per andare avanti bisogna bersi un bel po' di mate de coca altrimenti un violento soroche (un mal di testa pazzesco che viene con l'altitudine) non ve lo toglie nessuno. Il primo viaggio fin qui lo feci nel 1999 muovendomi con i bus, che all'epoca erano estremamente comodi. Per arrivare a Puno eravamo seduti su uno di questi (il passo è a 5000 metri...) e un mio compagno di viaggio stava facendo apprezzamenti in piemontese su una bella ragazza seduta davanti a noi, che si girò con un gran sorriso, dicendo che suo nonno era di Asti e lei non parlava italiano, ma capiva benissimo il piemontese. Lasciai le Ande con un bel maglione di alpaca che mi ha scaldato in tutti i miei viaggi ai Poli e che racchiude tra i fili di trama e ordito, tutti i ricordi del mio primo viaggio in Perù, sicuramente il più emozionante.

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