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GABON

Propongo una riflessione fatta all'indomani del viaggio in questo paese africano così diverso da tutti quelli fino ad ora visitati. Alcuni paesaggi sono molto belli e l'esperienza di essere circondati dalle balene, da soli, è impagabile. La natura è forte, ma...spiegatemi il Gabon! Un paese strano, dove il popolo africano, curioso, sorridente e accogliente in tutto il continente, qui non ti considera e non ti guarda nemmeno; sei un fantasma bianco trasparente che non attira nemmeno l'attenzione dei bambini. Gentili se vengono interpellati, tutto si limita alle informazioni richieste. Che nostalgia per le risate suonanti dei veri africani! La capitale è lo specchio di questo popolo che dall'alto del suo orgoglio economico, mi pare di capire che sia tutto fumo e poco arrosto. Ostenta grattacieli ed edifici moderni, auto, suv e fuoristrada tirate a lucido che sfavillano per le strade quasi vuote, in modo ordinato: dov'è il caos africano? Mi sembra quasi di vedere un film dove la popolazione è trasformata in robot, svuotati di quell'umanità, di quel calore, di quei colori che tanto affascinano noi, amanti della "mia Africa". Il Gabon vuole apparire un paese diverso, un paese ricco, dove è più difficile trovare una bottiglia di acqua che una di champagne, dove i ragazzi che se lo possono permettere, danno appuntamento alle loro amate, in terrazze, bar e ristoranti che non mi stupirei di vedere a New York. Poi però giri l'angolo dell'hotel e ti ritrovi in una discarica di rifiuti, attraversi un ponte sul fiume e fai fatica a vedere l'acqua, coperta di plastica e immondizia. Spiegatemelo questo Gabon. Un paese dove la popolazione robotizzata è vestita in modo elegante più dei turisti che provengono dalla mecca della moda, dove non si vedono nè mendicanti né straccioni, ma dove l'africano ha perso quello che è la sua proverbiale gioia negli occhi e nello spirito. Qui mi sembra di essere a Milano, cambia solo il colore della pelle. Il boom petrolifero ha fatto alzare prezzi e livello di vita, ma forse si è persa la qualità, proprio come a casa nostra. Ora però che il Gabon è in crisi economica, come faranno questi piccoli robot a superarla se non recuperano il sorriso, la musica, la spensieratezza di Mamma Africa? Spiegatemi il Gabon, dove i polli come il riso vengono importati dall'estero, come quasi tutto il resto e si è persa la manualità che ti permette di impazzire in un mercato africano, alla ricerca di una valigia che possa contenere tutti quegli oggetti che compri, sperando di portarti a casa un pezzetto di quel sole umano che trovi in Africa. In Gabon non trovi nulla da acquistare e anche i pochi oggetti che trovi al mercato di Libreville sono impregnati della tristezza e dell'amaro che si respira ovunque. Sarà la crisi economica, ma il paese ha mille risorse e sicuramente anche il turismo potrebbe esserne una importante se solo a qualcuno venisse in mente di spiegare che i turisti non sono polli da spennare, e se proprio devono esserlo, vorrebbero un bel sorriso di benvenuto! Spiegatemelo ancora un po' questo strano paese che vive al di sopra delle proprie possibilità economiche, accecato dal sogno di elevarsi a paese europeo, accecato dalla possibilità di essere diverso da tutto il resto del continente, senza capire che sta perdendo quello che di più importante ha l'Africa: il sorriso!

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