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MAURITANIA

Saggezza, sapere, sabbia, sole e spiagge: in poche parole la Mauritania. Mi sono impegnata a scegliere e limitare il numero di foto più belle e significative, che potessero riassumere il paese dei saggi. Sì, avete letto bene, "saggi" delle cinque città carovaniere, sante per l'Islam, dove nel XIII secolo il patrimonio di una famiglia era considerato in base al numero di manoscritti posseduti, lasciati in eredità di padre in figlio e conservati nella biblioteca di famiglia. Città dove migliaia di pellegrini venivano a studiare nelle università coraniche, famose nell'antichità per essere le migliori, luoghi dove si custodiscono, ancora oggi, le biblioteche del deserto. Fu durante l'occupazione francese che gli abitanti nascosero le preziose raccolte di manoscritti, celandole agli occhi dei conquistatori, cosa che l'Unesco ha riconosciuto meritevole tanto da premiare gli abitanti, lasciando loro il compito di preservare questo Patrimonio dell'Umanità. Sono gli ksour di Ouadane, Chinguetti, Tichitt e Oualata. Ogni città ha una caratteristica architettonica diversa. È dal 1998 che frequento questo paese, da quando ancora di turisti italiani non se ne vedevano, e da allora ogni viaggio, ogni soggiorno, mi regala ancora emozioni e sorprese. Il deserto, infatti, non nasconde solo le biblioteche, ma "manoscritti" ben più antichi: l'arte rupestre si trova un po’ ovunque ma sicuramente è El Kalaouia il sito più ricco. I carri si inseguono numerosi, da un masso all'altro, tra struzzi, bovini, camelidi e figure antropomorfe, raccontandoci un Sahara verdeggiante e ricco di corsi d'acqua. Oggi non è più così e il deserto si è spinto fino alle coste dell'oceano per cercare l'acqua, in un connubio affascinante che ha dato origine a due parchi nazionale: quello di Diawling e il Banc d'Arguin, terzo parco ornitologico al mondo. Delfini, pellicani, sternidi, fenicotteri e un'infinità di uccelli migratori consentono la pesca al popolo Imraguen e a quello Mauro: ma di pesce ce n'è per tutti, visto che è uno dei mari più pescosi, ma ricco anche di insidie. Lo sanno bene le grandi navi che si tengono a distanza dai banchi di sabbia, gli stessi che provocarono il naufragio della Medusa di Gericault. Oasi perdute tra le dune, con la sabbia che sembra voler inghiottire tutto e tutti, ma l'uomo sopravvive, sposta gli abitati (come è già successo più volte a Chinguetti) e continua a vivere nelle khaima, le tende dei nomadi (quasi il 75% dell'intera popolazione). Qui, in Mauritania, la magia è quella di un tramonto sulle dune che si specchiano sulle onde dell'oceano, il profilo di un coccodrillo che spunta dalla sabbia, i sorrisi dei bambini, un museo di straordinario valore allestito nel mezzo del nulla, in una capanna, con migliaia di amigdale (e non solo), da far allibire qualsiasi archeologo preistorico. Potrei andare avanti delle ore a raccontarvi le storie di questo paese, dove non è ancora arrivato il turismo di massa. Forse lo farò sulla terrazza dell'albergo che abbiamo inaugurato a Capodanno, tra le sabbie di Ouadane, guardando le stelle o cercando il Piccolo Principe.

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