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MONGOLIA

Mongolia, la patria di Gengis Khan. Si fa in fretta a dirlo, ma il paese è immenso e gli spunti per un viaggio parecchi. Paese di dolci colline verdi, di pianure sterminate dove le yurte sono, tante volte, le uniche varianti paesaggistiche, paese però anche di montagne che superano i 5000 mt, ghiacciai e deserto, quello del Gobi. La maggior parte dei programmi turistici prevede la visita della zona centrale, la più conosciuta, che francamente è anche la più monotona nella sua bellezza: pianure, verdi praterie, yurte, yak e cavalli. Ma se ci si spinge a sud nel deserto del Gobi i paesaggi non si discostano molto, almeno in alcune zone, da quelli del Sahara, nonostante ci sia in realtà molto meno varietà rispetto al deserto africano. Qui, il cammello sostituisce il dromedario e con le sue due gobbe si rende subito simpatico al primo incontro.

 Il deserto del Gobi, ricordiamolo, nasconde uno dei tre giacimenti più importanti al mondo di dinosauri (oltre a Gadafawa in Niger e a quello degli Usa) con una particolarità: qui le ossa non sono fossilizzate, questo vuol dire che mantengono anche la loro porosità...e sapete come si riconoscono da un sasso? Si attaccano alla lingua. Uno spettacolo vedere i turisti con i pezzettini di dinosauro sulla lingua. Negli anni ho seguito le varie fasi del museo Nazionale di Ulan Bator, dove oggi si possono ammirare diversi scheletri di dinosauro interamente ricostruiti, le loro uova e le loro impronte nel fango solidificato. Ma le sorprese di questo paese non finiscono: i paesaggi del nord sono straordinari. Le montagne, che superano i 5000 mt con diverse cime, sembrano piccole colline nella maestosità del paesaggio, interrotta qua e là da greggi di pecore (cachemire), mandrie di yak e di cavalli e piccole yurte, le caratteristiche tende rotonde, montabili e smontabili in un giorno, in cui vivono i nomadi. La cosa che mi ha colpito la prima volta che arrivai a Ulan Bator è la statua dedicata a Marco Polo, presente qui, ma non mi risulta che ve ne sia una in Italia. Ogni volta che torno in Mongolia vado a rendere omaggio a quello che è stato uno dei più grandi viaggiatori della storia.

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